lunedì 9 agosto 2010

Franco Pappalardo La Rosa, "Il caso Mozart" (Gremese, Roma 2009). Recensione di Antonio Di Mauro su "La Sicilia" del 9 aprile 2010, p.24.

     Dagli studi biografici a quelli prettamente specialistici di musicologia, dalla letteratura al cinema, la questione della misteriosa morte di Mozart, avvenuta il 5 dicembre 1791, ha suscitato una gamma di ipotesi dalle più banali a quelle più suggestive, senza tuttavia prospettare una plausibile soluzione di un vero e proprio "caso" Mozart.
     Con impensabile esito, tanto da meritare questa volta il crisma della "plausibilità", ultimamente si è occupato del "caso" un narratore di "razza", siciliano d'origine ma torinese da quasi cinquant'anni, Franco Pappalardo La Rosa, nonché critico letterario, autore di interessanti saggi critici su narratori e poeti italiani del Novecento, delle opere di narrativa Il vero Antonello e altri racconti (1985) e Angelo (1999).
     Pappalardo La Rosa ricava lo spunto per Il caso Mozart (Gremese Editore, pp. 224, euro 14) da documenti autentici poco conosciuti per dare via libera all'invenzione romanzesca di una vicenda che prende avvio da una mortale bastonatura della quale la vittima è proprio il grande musicista salisburghese, notoriamente libertino, di costumi piuttosto spregiudicati in cui convivono "romanticamente" genio e sregolatezza, in un ambiente d'epoca ricostruito nella suggestiva quanto realistica visione di strade, case, palazzi del potere, vita quotidiana della capitale asburgica sul finire del XVIII secolo.
     Ne viene fuori bene imbastito un vero e proprio romanzo storico che racconta quei primi giorni del fatale dicembre 1791 con una passione a dir poco scrupolosa nella sua quasi maniacale compiutezza, così restituendoci tutto, anche lo spirito più nascosto, degli ambienti e dei personaggi in cui maturò il tragico evento Se non la soluzione definitiva del mistero della morte di Mozart, un fatto emerge, chiarissimo nel racconto del Pappalardo La Rosa, che i trentasei anni di Mozart non furono solo anni di stupefacente attività creativa nel segno della più pura e originale modernità.
     Finito il libro, sulla morte di Mozart ne sappiamo quanto prima. Sulla corte di Vienna (negli anni in cui la Francia e l'Europa intera si preparavano a stravolgimenti epocali) ne sappiamo molto di più. E questo "molto", che è poi la disgustosa ipocrisia del potere assoluto, rende plausibile anche l'intrigo che potrebbe essersi sviluppato attorno allo scapestrato geniale maestro.
     Scritto con una prosa accattivante, in uno stile sapientemente variegato nei toni, nel registro, dalle movenze quasi mozartiane, questo libro conferma le singolarità narrative di Franco Pappalardo La Rosa.

                                                                        Antonio DI MAURO
   

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